Cashback supermercato: rischio privacy

cashback supermercato privacyLe carte di pagamento dei supermercati abilitate al cashback di stato non tutelano la privacy. I consumatori vengono profilati e tracciati.

Secondo i dati raccolti dal Ministero dell’economia e delle finanze (MEF), il cashback supermercato è stato ben accolto dai consumatori. Con l’attivazione delle carte di pagamento della Gdo, però, nascono nuovi problemi: la privacy dei consumatori sembra essere sotto minaccia.

I consumatori italiani che usufruiscono del cashback possono essere tracciati e profilati. È l’associazione Consumerismo No Profit a far scattare l’allarme.

Successo del Cashback

Nonostante le critiche iniziali e gli ampi dibattiti, il cashback sembra riscuotere un discreto successo tra i consumatori, tale da portare all’aumento delle transazioni elettroniche. 

Secondo il MEF, infatti, il Cashback ha aumentato anche i pagamenti elettronici dei piccoli importi, segnando così un trend positivo.

Il Cashback di Stato ha aperto ora anche alle carte fedeltà della grande distribuzione. Tra i metodi di pagamento sono presenti anche le carte emesse dai supermercati, che possono partecipare ai rimborsi del 10% sugli acquisti.

Al giorno d’oggi, sono molti i consumatori che utilizzano tali card per effettuare gli acquisti, accumulare punti ed accedere a sconti, offerte promozionali e altri vantaggi. Questa iniziativa, dunque, sta riscuotendo un enorme successo.

Problema Privacy per il Cashback

Nell’ultimo aggiornamento dell’applicazione, sono state dunque abilitate anche alcune carte di credito di supermercati della Grande Distribuzione. Con l’inserimento delle carte di pagamento dei supermercati, si prevede un aumento dei consumatori che usufruiranno della misura.

Ma nonostante questo provvedimento sembri riscuotere grande successo, un nuovo problema sta nascendo: la privacy dei cittadini non sembra essere tutelata. Con l’utilizzo delle card dei supermercati è possibile, infatti, profilare i clienti e tracciare le loro abitudini.

Già in passato erano sorti i primi dubbi legati alla privacy dell’app cashback. Per poter accedere al rimborso, infatti, è indispensabile registrarsi all’app IO, accedendo tramite SPID e inserendo le nostre carte e il nostro IBAN. I dati anagrafici e i dati di pagamento registrati sull’app sono obbligatori ai fini dell’ottenimento del rimborso.

Tutti questi dati avevano destato preoccupazioni in molti cittadini italiani. Con l’abilitazione delle carte dei supermercati queste preoccupazioni aumentano. Secondo le accuse, infatti, questo permetterebbe alle grandi catene di profilare i consumatori a seconda dei loro acquisti.

Profilazione dei consumatori

A lanciare l’allarme privacy è stata l’associazione Consumerismo No Profit, subito dopo l’arrivo sull’app Io delle carte di pagamento dei supermercati. Il Presidente Luigi Gabriele infatti ha spiegato:

Non è tutto oro ciò che luccica, e l’inserimento delle carte di pagamento dei supermercati nel Cashback potrebbe avere conseguenze negative per i consumatori. Sappiamo bene che tali strumenti di pagamento, assieme alle varie carte fedeltà, servono non solo per fidelizzare il cliente, ma anche per tracciarne le abitudini.

L’inserimento delle carte, dunque, secondo Gabriele, serve a raccogliere dati per profilare i consumatori. I dati raccolti riguardano:

  • le preferenze;
  • i gusti;
  • come e quanto i consumatori acquistano;
  • le capacità economiche.

Queste informazioni, poi, sono vendute a terzi ai fini commerciali e pubblicitari.

Secondo l’associazione esiste dunque un vero e proprio rischio privacy, con ripercussioni negative sulle informazioni personali dei cittadini. L’ingresso delle carte di pagamento della Gdo nel programma Cashback, infatti, non servirà solo ad aumentare le adesioni dei cittadini, ma anche a raccogliere un’enorme mole di informazioni da parte di supermercati e ipermercati.

Fonte: Sicurezza.net | di Alessia Gaglianese