Il Cloud è, da sempre, un tema ampiamente sottovalutato e malamente affrontato. I servizi Cloud alle imprese vengono sempre presentati quali opportunità assolute di risparmio e di business ma, spessissimo, se ne sottovalutano i rischi legati alla riservatezza e proprietà dei dati.
Pensiamo che i dati depositati nel cloud siano immediatamente fruibili, raggiungibili sempre, non implichino alcun rischio di perdita in quanto “replicati” sia su strumenti informatici interni che sottoposti a backup dal gestore cloud di turno, vi accedino solo persone debitamente identificate mediante user/password e, perciò, restino riservati. Ma è realmente così?
Soprattutto le aziende che lavorano molto con l’Estero sanno bene che il consegnare informazioni vitali relative a trattative internazionali comporta il rischio di perdita di opportunità commerciali e contratti di fornitura a volte per milioni di euro, con la conseguente perdita di quote di mercato e di reddito d’impresa.
Oggi, la Criminalità informatica, ha fatto della raccolta e della vendita di tali informazioni uno dei propri principali canali d’investimento, con milioni di euro spesi nella strutturazione di Dark-Data Center per stiparvi dati raccolti proprio dal “Cloud”.
Il seguente articolo del Collega Francesco Traficante, pubblicato al seguente link affronta in modo semplice e sistematico tutte le implicante ed i rischi di un Cloud non presidiato.