Quali vantaggi per le aziende nell’uso dei Bitcoin – parte II
Dopo aver parlato dell’origine dei Bitcoin, passiamo ad analizzare quali sono i vantaggi immediatamente riscontrabili nell’uso di questa nuova cripto valuta. I principali consistono in:
1) Multi-firma: Bitcoin prevede al suo interno una funzione di lettura cosiddetta multi firma, la quale consente di procedere all’utilizzo dei Bitcoin solo se un sottoinsieme di utenti ne autorizza l’azione. Un esempio applicativo di questo si può rinvenire nell’uso, potenziale, che un Consiglio d’Amministrazione farebbe per evitare che un qualsiasi membro effettui spese senza una sufficiente autorizzazione, oppure nel caso in cui sia necessario controllare che un dato membro abbia proceduto al pagamento. Il motivo principale risiede nella struttura specifica del Bitcoin. Se si analizza il sistema su cui la cripto valuta si basa, si evidenzia il fatto che tale procedimento è decentralizzato, poiché si basa sulla tecnologia di scambio peer to peer. In altre parole, il suo funzionamento non è direttamente gestito da un ente centrale, bensì avviene per mezzo di un database inserito all’interno della rete. Ogni computer si configura come “nodo” dal momento stesso in cui possiede il relativo software open source che gli consente di entrare nel network Bitcoin. Ad ogni utente, una volta registrato, viene assegnato un portafoglio virtuale (wallet), ove custodire la moneta generata o comprata e due chiavi, una pubblica ed una privata. La chiave privata sarà poi in possesso del solo utente che la riceve, il quale dovrà inserirla – successivamente a quella privata – al momento della autenticazione. La chiave pubblica è infatti necessaria affinché l’utente si autentichi al momento del compimento della transazione.
2) Trasparenza contabile. Le aziende sono periodicamente tenute a rendicontare la loro attività. L’uso dei Bitcoin consente di accedere ai più alti livelli di trasparenza. Infatti, un’impresa che rende noto ai propri membri il proprio indirizzo bitcoin, consente loro di svolgere un vero e proprio meccanismo di controllo, monitorando bilanci, transazioni, e nel caso si trattasse di un’impresa operante all’interno del no-profit, la quantità ricevuta di donazioni. Questo poiché le transazioni di Bitcoin non viaggiano in rete per conto proprio, ma sono raggruppate in blocchi di informazioni, univoci e perciò difformi tra loro, e consecutivi, ovvero legati al precedente ed al successivo. Nasce dunque una blockchain, una vera e propria catena che contiene al suo interno l’elenco delle transazioni effettuate dal “momento zero” (ovvero il momento in cui tale numero era pari a zero) sino al momento attuale. La blockchain è pubblica, e chiunque può accedere alle informazioni in essa contenute, viene aggiornata ogni dieci minuti, tale è infatti il tempo medio con cui ogni peers svolge l’enigma crittografico che va a chiudere il blocco di transazione, altrimenti detto “prova lavoro”. Proprio la natura pubblica della blockchain e gli algoritmi di crittografia costantemente aggiornati garantiscono l’affidabilità e la sicurezza del nucleo di sistema. Per questo può essere considerata alla stregua di un libro mastro, nel quale vengono tracciate, registrate e costantemente aggiornate le transazioni effettuate. Due sono le implicazioni derivanti da un utilizzo simile: innanzitutto, con Bitcoin la transazione diviene rintracciabile e non più riservata, tale che ognuno possa venire a conoscenza anche qualora sia effettuata dagli altri indirizzi. In secondo luogo, contrariamente a quanto avviene con un libro mastro, viene meno la possibilità di rimettere fiducia ad una singola entità, dato che il novero di utenti che possono potenzialmente accedere alle transazioni è molto ampio.
3) I costi di gestione notevolmente ridotti. La crittografia utilizzata da Bitcoin permette di processare le transazioni in maniera economicamente sostenibile e maggiormente efficiente. Pur essendo possibile eseguire e ricevere pagamenti tramite la rete Bitcoin quasi senza che vi siano costi aggiuntivi, è comunque consigliabile, benché non obbligatorio, pagare un corrispettivo per ottenere una conferma più rapida della tua transazione. Questo avviene poiché Bitcoin si serve tra i suoi metodi di pagamento di un meccanismo premiale, che incentiva l’utente a chiudere un blocco di transazioni garantendo al primo utente che riesce a completare il blocco un assegnazione di Bitcoin appena coniati. L’attività appena descritta, chiamata “mining”, è simile per certi versi al processo di estrazione dell’oro di cui si servivano i minatori durante la corsa all’oro, con la dovuta differenza che i Bitcoin possono essere trasferiti dall’Africa al Canada nell’arco di dieci minuti, senza che vi sia un limite in termini quantitativi, geografici o temporali. Uno degli esempi più recenti di cui è possibile avere riscontro è quello della piattaforma Coinbase, che si appoggia al sistema di pagamento Paypal. Dal punto di vista dei consumatori, la piattaforma conta attualmente circa 1,6 milioni di utenti registrati dotati di relativo portafogli, ed un novero di 36.000 account di commercianti i quali, attraverso Coinbase, ricevono pagamenti che vengono convertiti in tempo reale in euro. Sul versante europeo occorre riscontrare una certa riottosità nell’adozione della moneta elettronica o anche solo nel concepirla uno strumento affidabile. Proprio per questo motivo, essa rappresenta un mercato molto interessante su cui iniziare ad investire e sulla quale agire sulla sensibilità dei suoi abitanti, siglando partnership ed avviando progetti in materia.
4) Assenza di richiesta di conformità agli standard PCI: l’accettazione on line delle carte di credito richiede di default un numero elevato di verifiche e controlli della conformità del sistema agli standard PCI. Naturalmente anche i Bitcoin prevedono un meccanismo di sicurezza dei portafogli e delle richieste di pagamento inoltrate, pur senza avere ulteriori responsabilità riguardo al controllo della clientela. Per tenere sotto stretto controllo il proprio portafoglio virtuale, occorre sicuramente criptarlo con password, creare un portafoglio offline, cosidetto “Cold storage”, che fornisca un alto livello di sicurezza sui risparmi ed infine mantenere aggiornato il software open source utilizzato, in modo tale che siano applicati i correttivi di sicurezza e stabilità. Resta la criticità presente in caso di morte o scomparsa del proprietario del portafoglio. In quel caso, ed in assenza di un fiduciario in possesso delle chiavi d’accesso, vi sono ben poche speranze di rientrare in possesso del patrimonio del soggetto.