Geolocalizzazione – Controllo dipendenti via GPS, ecco le regole

Le istruzioni dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro volte a chiarire i limiti dell’istallazione di apparecchiature di Geolocalizzazione satellitare GPS.

Dopo la recente sentenza della Corte di Cassazione in tema di controllo dei dipendenti via GPS (Geolocalizzazione), ritenuto un sistema di controllo generalizzato che non può essere usato per verificare la condotta irregolare del dipendente e per legittimarne il licenziamento, arrivano da parte dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro le istruzioni operative sull’utilizzazione degli impianti di localizzazione satellitare GPS.

È in particolare la circolare n. 2/2016 dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro a chiarire in che limiti l’istallazione di apparecchiature di localizzazione satellitare GPS sia soggetta alle garanzie previste dall’art. 4, comma 1, della legge n. 300/1970 che vieta l’uso di impianti audiovisivi e di altre apparecchiature per finalità di controllo a distanza dell’attività dei lavoratori.

Viene invece data facoltà di installare impianti e le apparecchiature di controllo in presenza di esigenze organizzative e produttive ovvero dalla sicurezza del lavoro, previo accordo con le rappresentanze sindacali aziendali.

“Un elemento “aggiunto” agli strumenti di lavoro, non utilizzati in via primaria ed essenziale per l’esecuzione dell’attività lavorativa ma, per rispondere ad esigenze ulteriori di carattere assicurativo, organizzativo, produttivo o per garantire la sicurezza del lavoro”.

 

Questo significa che anche i sistemi di controllo via GPS rientrano nel campo di applicazione del comma 1 dell’art.4 della Legge 300/1970 e pertanto le relative apparecchiature possono essere installate solo previo accordo stipulato con la rappresentanza sindacale ovvero, in assenza di tale accordo, previa autorizzazione da parte dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro.

Fonte: Ministero del Lavoro.